CIRCOLO CONFAVI-ACR DI VALMONTONE, PRONTO IL PROGRAMMA DELLE OFFERTE FORMATIVE PER GLI APPASSIONATI DELLA RURALITA', DELLA CACCIA PESCA E DELLA CULTURA RURALE. ISCREIVITI AD ACR!

venerdì 3 novembre 2017

Tu segnala, noi li denunciamo! Sei venuto a conoscenza o sei stato vittima di qualche nefandezza da parte di animalisti (e non)? Ti aiutiamo noi! Con FederFauna segnalare GRATIS e IN FORMA ANONIMA è molto semplice: inviaci una mail all’indirizzo: info@federfauna.org oppure utilizza la pagina ufficiale di FederFauna su Facebook: https://www.facebook.com/Federfauna/ Noi valuteremo il materiale (documenti, audio, video, screenshot, tutto quello che può esserci utile a conoscere i fatti) e in tutti i casi in cui sarà possibile, predisporremo una denuncia (esposto e/o querela) che depositeremo in Procura. L’azione legale sarà promossa direttamente da FederFauna: a Te non costerà nulla e potrai rimanere totalmente anonimo, ma ci avrai aiutato a tutelare i Tuoi Diritti e i legittimi interessi sociali, morali ed economici di tutte le persone e le imprese che operano in tutte le attività connesse agli animali e di tutti quei soggetti terzi, privati e non, che da tali attività traggano beneficio anche non economico.

venerdì 20 ottobre 2017

REGIONE LAZIO. Audizioni su Ara e Cinghiali in commissione Agricoltura. In VIII commissione al Consiglio regionale questa mattina, l’assessore all’agricoltura Carlo Hausmann ha riferito su tre tematiche di attualità. In particolare per quanto riguarda la situazione dell’Ara Lazio, la società degli allevatori attualmente in liquidazione, i cui controlli sul bestiame sono stati ripristinati e ora si deve affrontare solo la questione dei 41 lavoratori dell’azienda, che è all’attenzione dell’assessore Valente. Poi la caccia al cinghiale, per la quale “le regole ci sono, ora vanno fatte rispettare”, ha affermato l’assessore. Sugli altri temi dell’audizione, su Ara Giancarlo Righini (FdI) ha ricordato la questione degli stipendi arretrati, mentre Rosa Giancola (Insieme per il Lazio) ha chiesto che al tavolo ci sia anche lo Sviluppo economico, per tutelare le prospettive di reimpiego dei lavoratori. Purtroppo il ministero ha recentemente ridotto gli stanziamenti per i controlli sul bestiame, ha detto infine l’assessore, secondo il quale la soluzione resta quella rappresentata dall’integrazione dei servizi, che chiama in causa necessariamente l’Istituto zooprofilattico. A proposito dei cinghiali, infine, Hausmann ha ribadito che gli ambiti territoriali di caccia (Atc) sono sovrani in materia di regole per la caccia al cinghiale, ma alla Regione spetta il controllo su tali enti. Proprio quel controllo che per Gaia Pernarella (M5s) non è stato efficace, finora: ma l’assessore ha replicato in proposito che la Regione ha ereditato le funzioni provinciali con solo una parte del personale. In ogni caso, la questione ha occupato fin troppo tempo cosicché è ormai tempo di applicare le regole, sempre tenendo presente che la caccia non è l'unica soluzione al problema dei cinghiali, ma va perseguito una soluzione complessiva, come raccomandato anche dagli organismi comunitari. Di questa la caccia è solo uno degli elementi, che si è cercato di potenziare attraverso introduzione di nuovi strumenti, come l’aggiunta del metodo della “girata” a quello della “braccata”.
Per il Circo, in Piazza Montecitorio lunedi' 30 ottobre 19 Ottobre 2017Stampa Ci vorrebbe Marcel Proust a sondare le menti delle e degli onorevoli che nella discussione alla Camera del Ddl n. 4652 – “Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino dello spettacolo” – hanno messo la loro firma agli emendamenti contro il Circo, la sua gente, le sue tradizioni già duramente colpite dalla norma passata al Senato che prevede la “revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti, specificamente finalizzata al graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse”. Anzitutto un record: su 120 emendamenti presentati al provvedimento che riguarda tutto lo spettacolo dal vivo (musica di ogni tipologia, teatro, danza, circo e spettacolo viaggiante) nonché i carnevali e le rievocazioni storiche, 24 (il 20%) sono mirati al Circo, cinque per rendere meno cogente la dizione del Senato, ben 19 per sostituirla con norme peggiorative. Sono tutte donne le prime firmatarie delle 19 proposte che tendono ad azzerare l’esistenza del Circo italiano. Chiara Gagnarli, eletta nella circoscrizione XII Toscana e Chiara Di Benedetto eletta nella circoscrizione XXIV Sicilia, entrambe per il Movimento 5 Stelle; Marisa Nicchi eletta nella circoscrizione XII Toscana per il Movimento Democratico Progressista e Beatrice Brignone eletta nella circoscrizione XIV Marche per Sinistra Ecologia e Libertà. I toni più fanatici sono quelli del partito capitanato dal comico Beppe Grillo, che non da oggi annusa le battaglie che regalano visibilità mediatica e ci si tuffa a pesce. I contenuti degli emendamenti “contro” sono diversificati: si va dal ripristino della “eliminazione” e della “riduzione” entro due, tre, cinque anni, alla sostituzione degli animali con gli artisti umani, implicitamente confermando che gli animali sono artisti del circo. Si prevede un articolo specificatamente destinato al circo ed allo spettacolo viaggiante, ma solo per indicare tempi, procedure per la eliminazione degli animali e, nelle more, il divieto di acquisizione e passaggi di animali da un circo all’altro, con relative norme penali ed ammende amministrative. Questo articolo ad hoc si intitola “disciplina per il riordino delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti” ma in realtà estende i divieti “a tutte le imprese circensi e dello spettacolo” . A difendere il circo in Commissione, l’onorevole Bruno Murgia, eletto nella XXVI circoscrizione Sardegna per Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale che ha presentato emendamenti per rendere in prospettiva meno immediata l’applicazione della norma per il “superamento”, nonché per riproporre all’attenzione il grave problema del plateatico. Se questo è quanto sta accadendo nel palazzo di Montecitorio, all’esterno continua la pressione della lobby animalista, con la Lav che tenta di ampliare l’allarme sociale attorno al circo riciclando dati, scientificamente inutilizzabili, sugli incidenti che sarebbero avvenuti nei circhi. Una operazione tanto più ridicola se si considera il silenzio di tomba delle sigle animaliste di fronte alla vera emergenza sociale in atto da anni nel nostro Paese: gli incidenti domestici mortali provocati dai cani che convivono con l’uomo. Il circo italiano, in tutte le sue componenti, si è battuto come un gigante e ad armi impari – rispetto al fronte animalista che dispone di mezzi economici, politici e mediatici soverchianti rispetto al circo – per contrastare una previsione normativa (l’eliminazione degli animali dai circhi) non suffragata scientificamente, culturalmente ed economicamente. Una pazzia figlia della idiozia imperante (corroborata purtroppo da una stampa asservita alle lobby e che alla capacità di documentare la realtà ha spesso sostituto i luoghi comuni e il “politicamente corretto”): si vorrebbero “salvare” 1500 animali, in maggioranza non esotici, cioè cavalli e specie considerate domestiche che in Italia vengono impiegati in decine di attività ludiche, sportive, ricreative, e far morire di fame ottomila esseri umani che trovano nel circo la loro ragione di vita e di sostentamento. Salvarli da chi e da cosa, poi, visto che nel circo sono nati, cresciuti e accuditi e ricevono quotidianamente le attenzioni di ammaestratori e veterinari competenti? Per queste ragioni, il circo italiano non è assolutamente soddisfatto. Continuerà a gridarlo in ogni sede, anche davanti a quella che sta decidendo il futuro della gente del circo e di una forma di spettacolo che il popolo ama profondamente. Lunedì 30 ottobre, con inizio alle ore 15, torneremo davanti a Montecitorio con una manifestazione popolare in difesa del circo, da sempre formato da artisti umani e animali. Col voto della Camera si chiude una battaglia, che ci è costata lacrime e sangue, e si apre la guerra. Ora è chiaro chi sono i nemici del circo, e siccome l’Italia si appresta ad un voto importantissimo per il rinnovo del Parlamento, la gente del circo farà la propria parte, e anche di più, per far sì che chi ci combatte come rifiuti della società e figli di un dio minore, resti fuori dalla Camera e dal Senato. Autore: www.circo.it
Bonciolini (SIFaP): ''Centri di recupero, dove gli animali passano a miglior vita'' 15 Ottobre 2017Stampa Animali maltrattati o detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura? Spesso la predica arriva proprio da chi dovrebbe tacere! E gli animali sequestrati ad operatori economici, che finiscono in cosiddetti centri di recupero degli animalisti, spesso non passano ad una vita migliore, ma a "miglior vita"!... Lo aveva gia' rimarcato il luglio scorso Fabio Bonciolini, Segretario Nazionale del SIFaP, Sindacato Italiano Falconieri Professionisti, aderente a FederFauna, rispondendo ad un attacco rivolto alla falconeria da un responsabile locale del WWF. Bonciolini aveva fatto notare non solo i fatti che scagionano le attivita' professionali con i rapaci dalle accuse degli animalisti basate su opinioni e falsita', ma anche come fossero stati proprio membri di associazioni animaliste gestori di centri di recupero, ad essere stati indagati perche' sospettati di traffico illecito di rapaci e di far riprodurre e vendere gli animali sequestrati affidatigli dalle forze dell'ordine. Aveva inoltre rilanciato un video presente su YouTube, intitolato appunto: "I centri di recupero animalisti: incompetenti allo sbaraglio", che denuncia l'incompetenza degli operatori impiegati in tali centri e la vita non certo idilliaca degli animali detenuti. Tant'e' che oggi e' il WWF stesso, nel rapporto stilato con ANMVI, a riconoscere come: "La carenza di precise norme su come le strutture devono essere costruite e su come, soprattutto, devono essere gestite per rispondere alle finalita' di legge, favorisce, a volte, la nascita di strutture al limite della legalita', il cui livello qualitativo e' ben lontano dai principi etici che devono ispirare l'attivita' di riabilitazione degli animali selvatici e, in generale, l'organizzazione del sistema dei Centri di Recupero in Italia". Ora il tema torna di attualita', segnala il Segretario SIFaP, vista la recente morte di un altro animale sequestrato ai proprietari e spedito al Crase di Semproniano, struttura che, guarda caso, oggi collabora con la Lav e il cui direttore, guarda caso, e' da poco stato assolto proprio da accuse di maltrattamenti e peculato. Tra i commentatori dei citato video "I centri di recupero animalisti: incompetenti allo sbaraglio", qualcuno ha scritto: "Se questo e' il poco che e' visibile da una pubblicita' della LAV per la richiesta fondi, non osiamo immaginare cio' che non vogliono fare vedere", e qualcun altro ha chiesto di "fare davvero una riflessione su quanto siano dannose per gli animali queste associazioni/leghe/reti di volontariato".
Nasce il sito: ''La Lobby Animalista'' 13 Ottobre 2017Stampa Le lobby esistono.... Cosi' inizia la descrizione di un nuovo sito web intitolato appunto "La Lobby Animalista", il primo a trattare in maniera specifica il tema dei gruppi di pressione animalisti che, spesso in maniera discutibile, cercano di condizionare l'opinione pubblica e la politica (e spesso ci riescono) al fine di perseguire determinati obiettivi, anche quelli spesso altrettanto discutibili. Sulla home page, infatti, viene precisato che "tutto dipende da quali obiettivi si perseguono, e nondimeno da come li si persegue". Il sito e' pieno di dati e informazioni interessanti ed e' in continua evoluzione. Invita infatti chiunque avesse informazioni che possano essere utili o domande, a contattare gli amministratori.

FEDERFAUNA LAZIO: REGIONE LAZIO, USI CIVICI. IL 10 DICEMBRE SI VOTA ...

FEDERFAUNA LAZIO: REGIONE LAZIO, USI CIVICI. IL 10 DICEMBRE SI VOTA ...: Con Decreto del Presidente della Regione Lazio ha formalmente indicato nella giornata di DOMENICA 10 DICEMBRE dalle ore 7:00 alle ore 23:00...

sabato 30 settembre 2017

6, 7 e 8 ottobre ''Pet Pride Napoli'', con il patrocinio di FederFauna 30 Settembre 2017Stampa Il 6, 7 e 8 ottobre presso la "Galleria Principe Di Napoli", di fronte al Museo, si terra' la prima edizione di "Pet Pride Napoli": "una manifestazione di e per tutti gli amanti degli animali", spiega il Segretario di FederFauna Campania, Francesco Parmiciano, che e' tra gli organizzatori. Venerdi' 6, dalle 11.00 alle 19.00, e' previsto l'allestimento, la presentazione e l'apertura dell'info point, mentre sabato 7 e domenica 8, dalle 11.00 alle 20.00, sono previste numerose iniziative e dimostrazioni su "Veterinari: vaccini, profilassi e microchippatura, cane antidroga ed altre specialita', pet education terapy, cani salvataggio, animali e moda, toelettatura e nuove tecniche di taglio". Non poteva mancare infine la "Sfilata dog curiosity e premiazione" La manifestazione ha richiesto ed ottenuto il patrocinio del Comune di Napoli e quello di FederFauna.

lunedì 25 settembre 2017

25 Settembre 2017Stampa In questi anni FederFauna e' cresciuta molto: e' aumentata la copertura sul territorio in termine di sezioni e responsabili locali, e' aumentata quantitativamente e qualitativamente l'operativita' sia verso gli Iscritti ed i partner, che verso le Istituzioni locali e nazionali, il duro lavoro svolto fino ad oggi ha iniziato a produrre risultati tangibili per la mission della Confederazione: rappresentare e tutelare gli interessi sociali, morali ed economici di tutte le persone e le imprese che operano in tutte le attivita' connesse agli animali e di tutti quei soggetti terzi, privati e non, che da tali attivita' traggano beneficio anche non economico. C'e' tuttavia ancora molto da fare, sia in termini pratici che di comunicazione, aspetto quest'ultimo molto importante ed in continua evoluzione nella societa' odierna. E' per questo che FedeFauna da oggi si avvarra', per gestire la propria pagina Facebook, di un team di esperti del social network, che hanno deciso volontariamente di contribuire con la loro energia, il loro entusiasmo e soprattutto la loro esperienza, a comunicare di piu' e meglio attraverso la pagina, sia verso gli iscritti e i simpatizzanti, sia verso il mondo che ci guarda. A questi ragazzi il sentito ringraziamento ed un augurio di Buon Lavoro dalla Segreteria e da tutti i Consiglieri di FederFauna. Tutti i Comunicati Stampa... Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su FriendFeed Aggiungi ai preferiti

lunedì 11 settembre 2017

FEDERFAUNA LAZIO: LAZIO, TESSERINO FUNGHI. LE NOVITA' DOPO LA LEGGE ...

FEDERFAUNA LAZIO: LAZIO, TESSERINO FUNGHI. LE NOVITA' DOPO LA LEGGE ...: La Legge Regionale n.9 del 14/08/2017 e s.m.i. ha, tra l’altro, modificato le modalità di rinnovo del tesserino raccolta funghi. Infatti   ...
La "casta animalista" s'arricchisce. E noi paghiamo di Massimiliano Filippi* 11-09-2017 AA+A++ Animalisti AddThis Sharing Buttons Share to Facebook Share to Twitter Stampa Invia ad un amico Scarica il PDF RSS Le politiche degli ultimi anni sugli animali incidono negativamente su disoccupazione, tasse, sanità, per alimentare una casta, quella animalista, che ci toglie diritti e si arricchisce alle nostre spalle. È un’affermazione un po’ forte, penserà qualcuno, ma reale, purtroppo, e necessaria, visto che il tutto avviene in modo studiato, perché i più non se ne accorgano. Certo, quando parlo di “casta animalista” non intendo le gattare che sopravvivono spendendo la quota maggiore della loro pensione per accudire animali sfortunati; parlo di una lobby potentissima, quella delle grosse associazioni, magari Onlus (?), che negli anni ha consolidato un potere reale ed economico impressionante, tale da condizionare a proprio favore la politica, i media e ovviamente l’opinione pubblica, che alla fine è quella che paga… Hanno cominciato negli anni ’90: sfruttando l’occasione dell’acuirsi del problema del randagismo canino, causato da un certo lassismo delle Amministrazioni nel decennio precedente, sono riusciti ad ottenere dalla politica (con la Legge 281/91) un riconoscimento ed un ruolo, quello di contribuire a risolvere il problema. Ovviamente, lo hanno fatto offrendo le loro soluzioni, che in realtà soluzioni non erano, ma incontravano lo spirito e le aspettative di grandi e positivi cambiamenti dell’epoca: era caduto il muro di Berlino, finita la guerra fredda, perciò offrire un futuro anche ai cani randagi era naturale… Da quel momento i rapporti tra le associazioni animaliste ed i decisori della Pubblica Amministrazione non hanno fatto che intensificarsi (era la legge stessa a prevederlo); sono sorti canili, anagrafi, progetti informativi/educativi, una parte consistente del personale delle ASL è stato dirottato ad occuparsi di cagnolini… insomma, non hanno fatto che aumentare le spese per gli italiani, per gestire un problema che ancora oggi non è stato risolto. Solo che oggi, anche quando qualcuno se ne accorge e lo fa notare, loro, gli animalisti, sono ormai diventati così potenti da riuscire ad addossare la colpa su qualcun altro. Infatti, proporzionalmente a quanto sono aumentate le uscite per i cittadini, sono aumentate le entrate per le associazioni animaliste, alcune delle quali tra convenzioni, donazioni, 5x1000, ecc. vantano oggi bilanci da spa. E investono con stile e metodi da spa, soprattutto in comunicazione, avendo capito che con l’informazione, si tratti di verità o bugie poco importa, si riescono a condizionare le scelte di chiunque. Così nel 2004, raccontandoci di voler contrastare il racket dei combattimenti tra cani (ma di quanti casi reali siete mai stati a conoscenza?!...), queste organizzazioni hanno ottenuto un’altra legge, la 189, che consente loro, quando ci siano di mezzo animali, di operare la vigilanza attraverso le loro guardie zoofile, denunciare presunti reati e, soprattutto, una volta ottenuto un sequestro, farsi affidare gli animali sequestrati, divenire destinatarie delle entrate derivanti da eventuali sanzioni, costituirsi parte civile ai processi per chiedere ancora soldi... Un bel guadagno senza alcun rischio, per loro… E per noi? Ovviamente l’entrata in vigore di una simile norma non ha fatto che aumentare a dismisura il numero di procedimenti giudiziari e quello dei sequestri di cani, gatti, uccelli, ecc. (meglio cuccioli, che fruttano più donazioni e sono più facili da piazzare). La Forestale ha messo in piedi addirittura un nucleo specializzato; magistrati, cancellieri, impiegati, agenti, automobili e mezzi speciali che girano, tutti impegnati a “salvare cagnolini” (così ce la raccontano!) e tutti a spese nostre. In poche parole: spendiamo noi (sono tutti soldi che provengono dalle nostre tasse) e non poco, e se c’è da incassare, incassano loro!... Ma non è tutto: allo spreco diretto dei nostri soldi si aggiungono altri danni: le aziende, colpite da accuse che poi spesso si rivelano infondate e che subiscono i sequestri e i procedimenti in tribunale pagati da noi, si fermano, a volte chiudono, non producono più reddito e smettono di pagare la loro parte di tasse. Gente che ieri lavorava rimane disoccupata. E che dire delle persone, magari padri di famiglia, a cui le associazioni animaliste hanno tolto il lavoro direttamente, forzando il Parlamento ad approvare specifiche leggi? Quando, ad esempio, nel 2014 hanno spinto i nostri governanti a recepire in maniera errata la Direttiva europea 63/2010 sulla sperimentazione animale, di colpo allevare in Italia cani, gatti e primati da laboratorio è diventato vietato, un’azienda ha chiuso e i suoi dipendenti sono rimasti senza lavoro. Non è stata vietata la sperimentazione animale, che gli animalisti continuano a chiamare “vivisezione”, ma di fatto si sono obbligati i laboratori italiani a rifornirsi di cavie all’estero, con aggravio di spesa per tutti, visto che in Italia la ricerca è in gran parte pubblica. Inoltre, qualche altra azienda privata ha iniziato a pensare che investire in Italia non sia più tanto sicuro… E come se ciò non bastasse, nel 2016 la Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per l’errato recepimento della Direttiva: se per questo ci saranno sanzioni da pagare, le pagheremo sempre noi!... Nel frattempo, nel 2007, è stata vietata in Italia la produzione del foie gras, che hanno inventato i Romani (il gastronomo Marco Gavio Apicio), non i Francesi, e anche quello oggi lo compriamo all’estero. E la lista di attività economiche e posti di lavoro bruciati dalle politiche animaliste, direttamente o indirettamente, si potrebbe continuare a lungo, con un peso per il portafoglio degli italiani che non compensa certo né gli impieghi pubblici creatisi, visto che li paghiamo sempre noi, né il mercato del “vegan”, di nicchia e redditizio, ma in mano a ben pochi soggetti, guarda caso spesso legati alle associazioni animaliste stesse. Eppure, pare che ancor oggi in pochi se ne siano resi conto. Le statistiche dicono che una delle maggiori preoccupazioni per gli Italiani siano le tasse, ma pare non si rendano conto che l’ammontare delle stesse dipende in gran parte da come i soldi raccolti vengono impiegati o che se anche viene abolita la tassa sul cane, non si eliminano certo le spese per le politiche animaliste. Stessa cosa vale per la disoccupazione: tutti la temono, ma non si rendono conto della gravità del problema fino a che non è il loro posto di lavoro ad essere minacciato. Non capiscono che, ieri gli allevatori di oche da fegato o di cani, gatti e primati da laboratorio, domani magari i circensi o i vetturini delle carrozze trainate da cavalli, senza lavoro, non solo non contribuiscono più al bilancio dello Stato, ma entrano in concorrenza nella ricerca di un posto. E se parliamo di sanità la situazione assume aspetti addirittura tragicomici. Lasciamo perdere l’organico pubblico dedicato agli animali che le scelte indotte dagli animalisti ci hanno costretto a mantenere, già spropositato e in continua crescita, al contrario delle produzioni zootecniche nazionali, in continuo calo, tutto senza che mai nessuno si sia lamentato; ma pare addirittura che gran parte di quelli che si dicono favorevoli all’istituzione di una eventuale mutua per animali, con tanto di visite e farmaci gratis e quant’altro, siano gli stessi che poi si dicono preoccupati di non ricevere loro un’adeguata assistenza sanitaria oppure la pensione. Non capiranno che sono sempre loro a pagare? Che per ricevere un aiuto a mantenere un cane probabilmente dovranno sobbarcarsi di mantenere un figlio disoccupato? Sembra, purtroppo, di no!... Un po’ per colpa dell’odierna società, che come dimostra la rana bollita di Chomsky, accetta passivamente il degrado, le vessazioni, la scomparsa dei valori, dell'etica, accettandone di fatto la deriva; un po' per le tecniche di comunicazione e di lobby usate dalle citate associazioni animaliste, che sfruttando appunto la particolare situazione socio-culturale e, con meschini stratagemmi, sottraggono ai cittadini soldi e diritti in maniera sufficientemente lenta e graduale da farlo sfuggire alla loro coscienza e non suscitare in loro nessuna reazione, nessuna opposizione. Bisogna invece aprire gli occhi: la Lav, forse la più potente tra le associazioni animaliste in Italia, che intesse rapporti un po’ con tutte le istituzioni, non fa mistero nel proprio statuto di perseguire “l’abolizione della vivisezione, della pesca, della caccia, delle produzioni animali, dell’allevamento, del commercio, degli spettacoli con gli animali e dell’utilizzo di qualsiasi essere vivente”. Stiamo parlando dei farmaci e delle cure di cui tutti prima o dopo abbiamo bisogno, della carne o del pesce che tutti mangiamo e vorremmo continuare a mangiare, dell’abbigliamento, delle scarpe, le cinture, le borse che dovremmo aver diritto di sceglierci come ci pare, dei sedili dell’auto o del divano di casa e persino dei nostri svaghi. E per rinunciare a tutto ciò stiamo pure pagando e profumatamente. Se un cane scava le buche in giardino trovo sia giusto prima provare ad insegnargli a non farlo, ma se continua bisogna metterlo alla catena! Figuriamoci poi se le buche le scava nel portafoglio!... *Segretario Generale FederFauna

giovedì 7 settembre 2017

MERCOLEDÌ 6 SETTEMBRE 2017 TRASPORTO EQUIDI. LE NOVITA' SUL MODELLO 4 ELETTRONICO In merito alle procedure da adottare per il trasporto degli equidi di cui al D.M. 28 giugno 2016 recante Modifica dell’allegato IV del DPR 317/1996 forniamo ulteriori chiarimenti sulla base anche della indicazioni operative fornite dal Ministero. Il modello 4 elettronico rappresenta l’evoluzione elettronica del vecchio modello cartaceo per il trasporto di animali da reddito. (Mod.4_0020102-01_09_2017-DGSAF). -------- OGGETTO: Decreto ministeriale 28 giugno 2016 – Modello 4 informatizzato. Indicazioni operative Il decreto ministeriale 28 giugno 2016 “Modifica dell’allegato IV del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1996, n. 317, recante: «Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 92/102/CEE, relativa all’identificazione e alla registrazione degli animali” all’articolo 2 prevede che a partire da 12 mesi dalla data di pubblicazione del decreto la compilazione del modello 4 è effettuata esclusivamente in modalità informatica. Considerato che il decreto di cui trattasi è stato pubblicato il 2 settembre 2016 si conferma che dal 2 settembre 2017 la compilazione del modello 4 dovrà essere effettuata esclusivamente in modalità informatica. Premesso quanto sopra, si invitano le Autorità e le Organizzazioni in indirizzo a porre in essere ogni azione ritenuta utile al fine di facilitare ed accompagnare l’adempimento di tale obbligo ricordando che l’informatizzazione del modello 4 rappresenta uno degli obiettivi di semplificazione adottati dal Governo in materia di sanità veterinaria e sicurezza alimentare con l’Agenda per la semplificazione 2015/2017. Si ricorda inoltre che, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, le aziende site in zone di cui sia accertata la mancanza di copertura di rete (fissa/mobile), fino all’adeguamento tecnologico necessario, sono esentate dalla compilazione in modalità informatica del modello 4. A tal proposito si sollecitano le Regioni e Provincie autonome a predisporre, rendere pubblico e mantenere aggiornato l’elenco di dette zone. In mancanza di detto elenco sarà ritenuta valida un’apposita dichiarazione ai sensi del DPR 445/2000 sottoscritta dal proprietario o detentore degli animali che sono movimentati. Si precisa che l’obbligo di compilazione elettronica del modello 4 non si applica per le specie di cui non esiste ancora un’anagrafe informatizzata (lagomorfi, chiocciole, ungulati selvatici allevati ad eccezione dei cinghiali) né per quelle specie per le quali la funzionalità informatica per la compilazione del modello 4 è ancora in fase di predisposizione (animali d’acquacoltura). Si ricorda che per l’anagrafe apistica la compilazione informatizzata dell’Allegato C ha la stessa valenza della compilazione informatizzata del modello 4. Per quanto riguarda l’esigenza di modificare alcuni elementi inseriti nel modello 4 (numero animali, codici animali, dati trasportatore) si fa presente che tali dati possono essere modificati sulla copia cartacea che accompagna gli animali e che l’aggiornamento del dato modificato deve essere fatto nel sistema all’atto della registrazione della movimentazione. Infatti è solo il dato della movimentazione che viene considerato per l’aggiornamento della consistenza dell’allevamento. In questo caso quindi in BDN ci sarà un dato discordante tra modello 4 e movimentazione registrata, cosa di cui il sistema comunque darà evidenza. In un secondo momento sarà predisposta la funzione per modificare anche il dato del modello 4. Per quanto riguarda la compilazione degli allegati previsti ad esempio dalle ICA (elenco animali con i trattamenti, etc), al fine di venire incontro ad alcune richieste avanzate dalle Associazioni di categoria ed in fase di prima applicazione, si rende noto che si sta predisponendo una funzionalità specifica che consentirà, in alternativa alla compilazione diretta nel sistema, di allegare un file pdf recuperabile dalla documentazione disponibile in azienda ovvero dagli applicativi gestionali in uso alle aziende stesse. Il Centro Servizi Nazionale dell’Anagrafe zootecnica dell’IZSAM sta mettendo a punto un’apposita app, a breve utilizzabile tramite smartphone o tablet, che consentirà di compilare il modello 4 anche direttamente in allevamento e senza l’ausilio di un computer. Si sottolinea la necessità di dotarsi di Carta Nazionale dei Servizi per l’attivazione di tale app. Per quanto riguarda i trasportatori, il CSN sta predisponendo un apposito ruolo in BDN: per l’accesso a detto ruolo il trasportatore (o la relativa impresa) dovrà essere registrato nell’anagrafe dei trasportatori presente nel SINVSA. Al riguardo si invitano le Regioni e le Province autonome ad accelerare l’implementazione di detta anagrafe. Per quanto riguarda le regole di validazione del modello 4, che attualmente prevedono che tutti i movimenti da vita siano autorizzati dal Servizio Veterinario mentre tutti quelli da macello sono validati automaticamente dal sistema (fatte salve le eventuali misure sanitarie adottate a seguito di provvedimenti di Polizia veterinaria), si informa che sono in fase di completamento nuove regole di validazione che tengano conto dello status sanitario del territorio al fine di consentire la validazione automatica, a determinate condizioni, anche per le movimentazioni da vita. Si ricorda che nella sezione INFO della BDN dell’anagrafe zootecnica, nella parte MANUALI DI UTILIZZO DELL’APPLICATIVO è possibile scaricare il MANUALE DOCUMENTO DI ACCOMPAGNAMENTO INFORMATIZZATO alla cui lettura si rimanda per i dettagli tecnici riguardanti la funzionalità informatica. Infine si invitano le Autorità in indirizzo impegnate in attività di controllo a voler tenere in considerazione, nel corso della fase di prima applicazione dell’obbligo, di tutte quelle situazioni di forza maggiore, di urgenza e/o emergenza, di rischio per il benessere e la sanità animale e la salute pubblica che potrebbero ostacolare o non consentire la compilazione informatizzata del modello 4. Nel raccomandare la massima diffusione della presente si ringrazia per l’attenzione e si rimane a disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento. IL DIRETTORE GENERALE *F.to Silvio Borrello ARTICOLO COMPLETO SIVELP

venerdì 1 settembre 2017

LaIFF-FederFauna a Comunita' Islamica: Buona Festa del Sacrificio 31 Agosto 2017Stampa Nell'occasione delle celebrazioni della Festa del Sacrificio, Aid Al Adha, LaIFF-FederFauna (Lavoratori Immigrati FederFauna), a nome di tutta la Confederazione, porge i piu' sinceri e cordiali auguri a tutti i membri della Comunita' Islamica Italiana. Come ogni anno gli animalisti non hanno perso l'occasione di cavalcare il tema della macellazione rituale per instillare ed alimentare l'odio tra gli Uomini. A costoro ricordiamo: 1) nemmeno noi ci cibiamo di animali morti: la carne proviene tutta da animali appositamente uccisi e macellati; 2) fino a pochissimi anni fa anche nelle nostre campagne si macellavano gli animali senza stordimento (si pensi ad esempio al "rito del maiale"); 3) il taglio delle arterie carotidi sospende immediatamente la maggior parte del flusso cerebrale e per la perdita di coscienza, che rende impossibile la sensazione del dolore, e' sufficiente che la perdita di flusso cerebrale sia del 50%; 4) sapere esattamente da dove viene il cibo che mangiamo accresce il rispetto per esso; 5) la Festa del Sacrificio e' una festa di fratellanza: l'animale sacrificato non viene sprecato, anzi, la carne viene divisa preferibilmente in tre parti uguali: una viene consumata subito dalla famiglia, la seconda va conservata e consumata successivamente, mentre la terza va distribuita ai poveri della comunita' che non hanno i mezzi per acquistarla; 6) l'articolo 13 del Trattato di Lisbona dice che "l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale"; 7) si trova anche nella Religione Cristiana l'episodio della richiesta di Dio ad Abramo di sacrificare il proprio figlio, poi sostituito da un ariete su indicazione dell'Angelo, al quale e' dedicata appunto la Festa del Sacrificio. La Festa quindi potrebbe essere una splendida occasione di dialogo ed integrazione, non certo di scontro!...

giovedì 31 agosto 2017

MARTEDÌ 29 AGOSTO 2017

Anche nel M5S qualcuno di buono c'è...: “Difendiamo gli animali dagli animalisti”

A palle ferme (e spero fredde, ma con certa gente non si può mai dire), sento la necessità di una riflessione sulla recente fiammata anti-paliesca accesa da un parlamentare del M5S che ha chiesto ufficialmente al Governo l’abolizione del Palio di Siena.
Una necessaria premessa anzitutto: tutti noi, ordinari cittadini, siamo civilmente e fermamente contrari a qualsiasi forma di crudeltà e violenza, psichica o fisica, indebitamente e inutilmente inferta a qualsiasi animale.
Detto ciò, però, bisogna subito porsi la domanda: chi o cosa sono oggi gli animalisti? La risposta che mi sono data è che ormai con questo termine non si raffiguri più la grande e diffusa massa – alla quale pure il sottoscritto appartiene – di coloro che amano gli animali e non vogliono che siano sottoposti a maltrattamenti fisici o psichici. No, oggi gli animalisti sono esclusivamente i viscerali adepti di una sorta di fanatica setta dogmatica. E sulla definizione di “dogma” i dizionari sono tutti univoci, dandone più o meno questa definizione: “principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussione, imposto ai credenti come articolo di fede”. Con simile gente ogni tipo di rapporto dialettico non è solo inutile, ma è anche dannoso, perché si rischierebbe di regalare loro un immeritato quarto d’ora di visibilità che altrimenti neanche si sognerebbero di avere. Infatti sono sempre e solo alla ricerca del coup de théătre. In Italia sono migliaia i cavalli degli ippodromi macellati ogni anno perché infortunati e/o scartati perché non abbastanza competitivi. Su ciò silenzio assoluto o quasi. Ma per il solo cavallo incidentato in Piazza del Campo sotto le telecamere di mezzo mondo si accendono i fuochi d’artificio.

Mi ero già occupato della questione nell’appendice al mio breve saggio “IL PALIO (o della libertà)”, ma la prima edizione è del 2002 e la seconda è del 2006, quando la situazione non era ancora così “calda”. Comunque la si può trovare qui: (attenzione: le statistiche si riferiscono al periodo pre-crisi: oggi quei valori possono essersi ridotti significativamente).

E nella stessa direzione andava un mio articolo su queste pagine esattamente di un anno fa, che potete trovare qui.

LA SOPPRESSIONE DELLE CORSE DEI CAVALLI CONDANNEREBBE DECINE DI MIGLIAIA DI CAVALLI AL MACELLO

Ma ora sento la necessità di approfondimenti su questo tema che, qui di seguito, cerco di illustrare nella stessa maniera confusa in cui mi vengono in mente (numero le considerazioni per far credere che un qualche ordine ci sia).

Se gli animalisti chiedono e ottengono la soppressione del Palio di Siena e delle altre manifestazioni più o meno analoghe, che succede poi? Di quei cavalli “disoccupati” pagheranno loro il mantenimento, finché morte non sopravvenga, o proporranno che questo costo sia posto a carico del contribuente, ossia anche di chi non è “animalista”? O, peggio ancora, se ne fregheranno del tutto per cui per qualche centinaio di cavalli che gira intorno a quelle manifestazioni non ci sarà altro destino che la macellazione? Un bel successo davvero per chi è capace di scandalizzarsi fino all’ossessione per un solo cavallo finito al macello perché incidentato al Palio: per salvare qualche cavallo da ipotetici incidenti futuri, si macellano subito tutti, compresi quelli che si voleva salvare dal futuro ipotetico incidente (ovviamente con l’eccezione dei cavalli del Palio di Siena che finiscono la loro carriera liberi nei pascoli, mantenuti dalla nostra comunità).
E se viene chiesta e ottenuta l’abolizione del Palio e delle altre corse analoghe, mica si continueranno a tollerare, vero?, le corse dell’ippica e i concorsi ippici, dove la mattanza equestre raggiunge vette vertiginose: migliaia di cavalli – circa il 90% dei nati – consegnati ogni anno al coltellaccio della squartatore perché infortunati o, peggio ancora, perché non abbastanza competitivi (ma che differenza fa?). Anche in questo caso il costo astronomico per il mantenimento di alcune decine di migliaia di cavalli diventati inutili a chi farà carico? Alla caritatevole, straordinaria sensibilità degli animalisti o al solito Pantalone? Oppure lo scopo di questi signori era solo quello di vincere la battaglia per motivi di principio (tipico atteggiamento di ogni fanatica setta dogmatica) dopodiché il problema non è più tale e quelle decine di migliaia di cavalli, già da loro amatissimi, possono tranquillamente finire in macelleria? Chi disse che il ”troppo amore” può uccidere più dell’odio?

L’ “AMORE” DEGLI ANIMALISTI ARRIVA FINO ALLE ZANZARE?

Ma gli animalisti non sono tutti così ottusi. Qualcuno lo è anche di più. Le loro frange più estreme e “intelligenti” hanno una risposta anche per questo problema: liberare in natura tutti questi animali lasciandoli ovviamente anche liberi di riprodursi. Si pensi solo ai danni che qualche migliaio di cinghiali caprioli e cervi già producono nelle zone temperate come l’Italia, quelle zone ossia dove si pratica l’agricoltura per la sopravvivenza dell’uomo, e immaginiamoci per un solo momento cosa succederebbe se vi si immettesse anche qualche decina di migliaia di cavalli, animali celebri per avere cinque bocche: una ogni zoccolo e una sul muso. Un’ideona: salvare i cavalli per far morire di fame l’uomo! Senza contare che nessun erbivoro in natura muore di morte naturale, ma tutti (tutti!), non appena un incidente o l’età ne riducono la capacità di fuga, finiscono divorati vivi (vivi!) dai carnivori predatori. Come risultato non c’è davvero male per gente che a ogni piè sospinto si autoproclama caritatevole difensore dei cavalli dalla brutalità umana!
Gli animali del nostro pianeta si classificano in una lunga scala che va dalla balenottera azzurra (il più grande di tutti: 180 tonnellate) per arrivare, diciamo, alla minuscola drosofila o moscerino della frutta (misurabile in frazione di milligrammo). Sarebbe interessante sapere a quale livello gli animalisti pongono l’assicella per separare da tutti gli altri quegli animali che meritano la loro protezione, ossia quali loro hanno deciso essere soggetti senzienti (capaci di provare sentimenti e dolore) e quali no. Non è una questione di lana caprina perché l’ala estrema del fanatismo animalista, i vegani, non solo non mangia carne, e non solo non mangia neanche i derivati come uova, latte e latticini, miele ecc., ma neanche si veste di pellicce e pelli animali (scarpe, cinture ecc.) né di lana o seta. La cosa vuol dire che anche i bachi da seta rientrano nella lista. Ma allora si deve pensare che pure le zanzare e ogni altro insetto molesto rientri tra le specie “protette”. Protette”!? Protette un cavolo! Perché se tutti ci comportassimo da vegani fondamentalisti – come loro vorrebbero – in tempo di una mesata bovini, ovini, maiali, conigli e pollame e anche i bachi da seta, ossia tutti gli animali oggetto del loro straordinario amore, scomparirebbero in una immane ecatombe, barbaramente massacrati e cremati. Quando l’amore è troppo è troppo.

L’INTERA SPECIE OVINA POTREBBE SPARIRE DALLA FACCIA DELLA TERRA

La cosa mi riporta alla mente le campagne contro la tradizione che vuole gli agnellini sacrificati per la tavola pasquale. Sembra che nessuno abbia riflettuto sul fatto che nessuna azienda dell’ovinicoltura potrebbe affrontare un futuro senza più il ricavato della vendita degli agnelli, perché la sola produzione di lana e latte non sarebbe in grado di sostenere l’impresa. Anzi, la sola produzione di lana, visto che se non nascono gli agnelli non c’è neanche produzione di latte (a meno di far nascere gli agnelli e poi ammazzarli subito, sennò diventerebbero adulti e il gregge vedrebbe pressoché raddoppiati i propri capi il primo anno, quadruplicati il secondo e così via). Ergo l’intera popolazione ovina del pianeta, ossia centinaia di milioni di capi, verrebbe necessariamente sterminata. Insomma, quello che i fanatici fondamentalisti dell’ISIS vorrebbero fare a tutta la specie umana, gli animalisti riuscirebbero a farlo, ma con molto amore, a diverse specie animali (sempre che non si preveda l’aberrante proposta di restituirle tutte libere alla natura nelle zone temperate del pianeta, come i cavalli di cui prima).
Ancora a proposito di cavalli. C’è una corrente importante del fanatismo animalista che vuole non solo l’abolizione dei circhi e degli zoo perché gli animali vi sono sottoposti a stress tremendi (è vero) per divertimento degli umani (è pure vero), ma, coerentemente e per lo stesso motivo, vuole anche proibire l’uso del cavallo a titolo privato (non agonistico) nelle passeggiate o nell’escursionismo a scopo di diletto dell’uomo. In Italia sarebbero altri 200 o 300mila cavalli (non esistono statistiche ufficiali) che andrebbero ad aggiungersi alle decine di migliaia che abbiamo ricordato sopra: o macellati o messi in libertà nei nostri campi.

IL CINISMO DEI CAPI E LA DABBENAGGINE DEGLI ADEPTI

Per concludere: non c’è una sola proposta o pretesa del fanatismo animalista che, come ogni altra setta fondamentalista, non sia foriera di lutti e orrori. Dovunque si giri lo sguardo è la stessa cosa. Si pensi all’abolizione della corrida (decine di migliaia di capi della razza Miura eliminati) o ai rodei equestri in Nord e Sud America, o alle corse dei cammelli (o anche al loro semplice uso nel trasporto di persone e cose) dei nomadi del deserto, o ai cani da slitta degli eschimesi (e magari anche a quelli poliziotto o quelli dei ciechi, quelli da valanga e quelli da terremoto e, perché no?, quelli da guardia e quelli da compagnia). La dabbenaggine di chi aderisce in buona fede a certi movimenti è pari alla disonestà, cinismo, protervia e ipocrisia di chi li guida, che sa bene come stanno le cose. Ma ogni mezzo è buono, anche il più scellerato, per raggiungere il fine, ossia la visibilità, la notorietà e, purtroppo, anche il potere politico. Roba da riaprire, per certa gente, le porte del manicomio e chiudere quelle del Parlamento.
Dimenticavo: se l’aberrante programma animalista avesse intero successo, a occhio e croce più di un miliardo di esseri umani direttamente o indirettamente sarebbe ridotta in miseria o peggio. Ma chi se ne frega: sono solo uomini, donne, bambini e vecchi, mica animali. Chapeau!


Mauro Aurigi (consigliere comunale del M5S)

MERCOLEDÌ 30 AGOSTO 2017

FILIPPI, FederFauna: "Non limitare la caccia non e' affatto un regalo ai cacciatori. Limitarla sarebbe fare un regalo agli animalisti"


"Non limitare la caccia non e' affatto un regalo ai cacciatori. Limitarla sarebbe fare un regalo agli animalisti. Quelli che, parlando di incendi, hanno contato, non si sa come, la morte di 40milioni di animali. Se facciamo due conti, vista la totale superficie agro-silvo-pastorale, vorrebbe dire che ci sono 5miliardi di animali. Mi sembra che qualcuno stia dando un pochino i numeri!..."


Lo ha dichiarato il Segretario Generale di FederFauna Massimiliano Filippi alle telecamere del TG5, durante il servizio di Maria Luisa Cocozza, intitolato "Rimandare la caccia per incendi e siccita'?", andato in onda il 29/08 alle ore 20.00.



In questi giorni, infatti, come ogni anno all'avvicinarsi della stagione di caccia, le solite associazioni animaliste hanno chiesto alle Istituzioni di limitarne l'esercizio, questa volta in considerazione delle particolari condizioni climatiche e ambientali (caldo e incendi); richiesta sostenuta quest'anno anche dall'ISPRA, l'istituto di ricerca ministeriale coi ricercatori precari sempre pronti allo sciopero e a salire sui tetti.



Filippi, intervistato, ha spiegato che non ci sono le condizioni per chiedere un posticipo della stagione venatoria; che le estati calde e con poche precipitazioni non compromettono il buon esito delle covate, anzi, lo favoriscono; che la tortora africana si chiama cosi' proprio perche' in questo periodo migra in Africa, dove trova un clima ancor piu' arido (questa parte non e' stata trasmessa) e, soprattutto, che le associazioni animaliste "danno i numeri": essendo infatti note sia la superficie agro-silvo-pastorale nazionale totale, che la percentuale di essa andata a fuoco, se come sostenuto dagli animalisti in quest'ultima fossero morti 40milioni di animali selvatici, significherebbe che nella restante ce ne sono circa 5miliardi. Attenzione a non pestare la coda a un cinghiale quando prendete l'autobus!...

martedì 4 luglio 2017

MARTEDÌ 6 GIUGNO 2017

LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017

REGIONE LAZIO: STAGIONE VENATORIA AL VIA DAL 17 SETTEMBRE

La stagione venatoria nel Lazio si aprirà il prossimo 17 settembre e si concluderà il 10 febbraio 2018, con due giornate di preapertura, il 2 e il 10 settembre 2017 (dalle ore 5,35 alle ore 19,40).
Anche quest’anno il calendario venatorio prevede le preapertura per 5 specie, Cornacchia Grigia, Ghiandaia, Gazza, Merlo e Tortora che potranno essere cacciate nei giorni 2 e 10 settembre esclusivamente da appostamento fisso o temporaneo, senza l’ausilio del cane. Il limite di carniere giornaliero, per ciascun cacciatore è di venti capi complessivi, di cui non più di cinque capi per merlo e tortora.

Apertura generale

Questi i principali periodi di caccia:

Quaglia e Tortora dal 17 settembre al 30 ottobre
Lepre dal 17 settembre al 10 dicembre
Fagiano e Coniglio selvatico dal 17 settembre al 31 dicembre
Alzavola, Canapiglia, Codone, Fischione, Germano Reale, Marzaiola, Mestolone, Moriglione, Folaga, Gallinella d’acqua, Porciglione, Pavoncella, Beccaccino e Volpe dal 17 settembre al 31 gennaio
Merlo dal 20 settembre al 31 dicembre
Allodola dal 1° ottobre al 31 dicembre
Beccaccia, Cesena, Tordo bottaccio e Tordo sassello dal 1 ottobre al 20 gennaio
Colombaccio, Cornacchia Grigia, Ghiandaia e Gazza dal 1° ottobre al 31 gennaio e dal 1° al 10 febbraio esclusivamente d’appostamento (carniere massimo colombaccio 5 capi)
Starna dal 1° ottobre al 31 gennaio (con limitazioni)
Il Cinghiale

Per quanto riguarda la caccia la cinghiale si potranno usufruire di un totale di 41 giornate giornate di caccia. In forma collettiva sarà possibile cacciare il cinghiale dal 1° ottobre al 31 gennaio, nelle seguenti giornate:
Ottobre il 1, 8, 15, 22, 29
Novembre il 1, 4, 5, 11, 12, 18, 19, 25, 26, 29
Dicembre il 2, 3, 6, 9, 10, 13, 16, 17, 20, 23, 27, 30, 31
Gennaio il 3, 6, 7, 10, 13, 14, 17, 20, 21, 24, 27, 28, 31
In forma singola, invece, la caccia al cinghiale è consentita dal 1° novembre al 31 gennaio per tre giorni a settimana a scelta del cacciatore.


martedì 23 maggio 2017


VENERDÌ 19 MAGGIO 2017

Traffico illegale di animali dall'estero. Filippi (FederFauna) smonta i dati delle associazioni animaliste

E' andata in onda questa mattina sul GR1 delle 8.00 l'intervista di Paola Cortese al Segretario Generale di FederFauna Massimiliano Filippi, sul tema del traffico di cuccioli.

Il servizio e' iniziato citando gli allarmistici dati sul fenomeno forniti dalla Lav, che Filippi ha prontamente smontato: "trattandosi di fenomeno illegale, non si possono avere dei numeri certi"- ha spiegato.
Poi ha aggiunto: "le associazioni animaliste tendono a sovradimensionare il fenomeno, ma poi vediamo nei fatti che gran parte dei sequestri effettuati negli anni scorsi si sono trasformati in assoluzioni". Evidentemente non si trattava affatto di traffici illeciti, ma di normale e legale commercio.
Infatti, almeno fino ad ora, i controlli vengono fatti soprattutto sul commercio legale. Ben sanno gli importatori regolari, che FederFauna difende, quante volte sia stato piu' facile fermare un furgone con un carico noto, lungo un percorso noto e sequestrare gli animali semplicemente ipotizzando la giovane eta' dei cuccioli, non dimostrabile, e quanto sia difficile, invece, trovare chi davvero opera totalmente nel sommerso. "I trafficanti veri, che passano con i cani nel bagagliaio della macchina, non li ferma nessuno" ha fatto notare Filippi.
Cosi', ha proseguito: "il commercio legale e' andato calando perche' e' diventato antieconomico e non regge la concorrenza del mercato illegale", mentre per risolvere il problema si dovrebbe ribaltare la situazione attuale. "La legalita', per essere perseguibile e perseguita, deve essere sostenibile"- ha concluso il Segretario di Fe

lunedì 22 maggio 2017

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